Parliamo della zuppa valpellinese, o anche zuppa valdostana, più giusto chiamarla però con il suo dolce nome in patois, l’affascinante lingua antica locale; tanti nomi, qualche variazione, ma la sostanza è sempre la stessa, una zuppa corroborante, tramandata dalle nonne, trascritta nei quaderni di ricette che si tengono in casa, racconta in pochi ingredienti la storia di una regione, tanto che è stata certificata dall’attestazione comunale De.C.O. che ne riconosce la tipicità e il rispetto per la tradizione.
INGREDIENTI:
- 500 g di cavolo verza
- 300 g di fontina valdostana
- Pane di segale raffermo (o pane bianco)
- 1 l di brodo di manzo (o di cavolo verza)
- 100 g di burro
PROCEDIMENTO:
Mettete a scaldare il brodo di carne che avrete già preparato. Altrimenti preparate un brodo solo con le foglie più esterne del cavolo verza.
Intanto pulite la verza eliminando il torzolo e sfogliandola delicatamente.
Tagliate il pane raffermo a fette di un centimetro e adagiarlo sul fondo di una terra imburrata, disponendole ben vicine in modo da non lasciare spazi.
A questo punto alternare uno strato di pane, uno di foglie di cavolo e uno di fontina. L’ultimo strato deve essere di fontina.
Bagnare tutto con il brodo e mettere in forno a 200°-220° fino a che non si sarà formata una bella crosticina dorata.
Servire la zuppa coperta di burro fuso.