Stress lavorativo? Giornata no ed arrabbiature? Solitudine? Rabbia? A chiunque sarà capitato di provare queste sensazioni, tornare a casa e buttarsi sul cibo!
Ecco lì finiamo con l’abbuffarci! Cosa fare dunque?
PER PRIMA COSA IMPARIAMO A RICONOSCERE L’ABBUFFATA
Il termine “abbuffata” è molto soggettivo, perché la quantità di cibo che riusciamo a mangiare varia da persona a persona. Quindi non esiste un termine di paragone: una persona può mangiare tranquillamente una scatola di biscotti, per un’altra persona questo potrebbe voler dire abbuffarsi. Quello che contraddistingue l’abbuffata è la totale solitudine in cui spesso si svolge (di solito la persona si vergogna di farsi vedere) e soprattutto la presenza di una sensazione di totale perdita del controllo.
In “quel” momento abbiamo la sensazione di non poter controllare niente: cosa si mangia, quanto si mangia, quando si mangia, non ci si può fermare. Il cibo ingerito viene assunto in maniera frettolosa, meccanica e non viene né assaporato né masticato. I primi momenti di un’abbuffata spesso sono descritti come piacevoli, ma quasi subito si perde qualsiasi senso del gusto e di piacere e subentra poi il senso di colpa.
Le difficoltà di controllo dell’alimentazione sono legate a difficoltà nella gestione delle emozioni e degli impulsi: qui prevale la sensazione di sentirsi inadeguati o impotenti.
Di non riuscire quindi a controllare né il mondo interno, né quello esterno.
Non parliamo di fame. La persona sa controllare benissimo la fame, motivo per cui si ritrova ad abbuffarsi dopo i pasti principali. Dietro le abbuffate c’è un mondo soggettivo ed emotivo che va scoperto, se si vuole uscire dal circolo vizioso!
- Sensazione di perdita del controllo
- Totale (o quasi) solitudine durante le abbuffate
- Vergogna di fronte agli altri
- Sensazione di inadeguatezza
- Bassa autostima
- Mangiare senza fame
- Mangiare rapidamente
- Sensi di colpa dopo aver mangiato
- Preoccupazione per il peso corporeo
- Sbalzi di umore
- Consapevolezza di aver modelli alimentari non corretti
- Ritiro sociale
- Storie di fluttuazioni di peso
- Nascondere il cibo
1. Cerca di comprendere cosa succede nella tua testa prima, durante e dopo l’abbuffata
2.Scrivi un diario alimentare
Qui un esempio: Inizialmente questo potrebbe risultare molto difficile proprio perché il cibo è spesso usato come maniera per “gestire” o “soffocare” le proprie emozioni. Ma è molto utile. Non ti scoraggiare quindi se le prime volte molte caselle rimarranno vuote, non è una sconfitta. Già portandoci l’attenzione qualcosa si muoverà dentro di te.
3. Quando senti l’impulso dell’abbuffata conta fino a 60
4. Fai esercizi di rilassamento
Questo andrebbe fatto 10 minuti al giorno per abituare il corpo a calmarsi. Lo puoi fare la sera prima di addormentarti, o in un momento della giornata in pausa. A volte l’abbuffata potrebbe essere l’unica maniera conosciuta per calmarci: imparare tecniche che permettono di gestire l’ansia è quindi utile per non usare il cibo come compensatore.
5. Familiarizza con le tue emozioni
6. Inserisci il piacere nelle tue giornate
7. Fai movimento, senza eccedere
Attenzione!
Articolo a cura della Dott.ssa Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta Emdr