Mirtilli, ribes, more, lamponi, fragole: bacche tanto piccole quanto incredibilmente ricche di molecole dalle spiccate qualità nutrizionali.
I loro colori, dal rosso al nero, derivano dal pigmento che li caratterizza: le antocianine, molecole “intelligenti” che dialogano con i geni della longevità.
Le antocianine sono una sorta di spazzini che proteggono cuore e vasi sanguigni, dove rimuovono i grassi e ripuliscono le pareti da radicali liberi e sostanze infiammatorie, esercitando anche un effetto protettivo all’interno dei vasi: così vene, arterie e capillari si rinvigoriscono e migliora la circolazione. Ma le antocianine non operano da sole, vengono in loro aiuto anche fenoli come i tannini, la vitamina C e il calcio.
I mirtilli, attraverso i flavonoidi ad azione antiossidante che li caratterizzano, regolano la pressione arteriosa, allontanano i derivati dell’ossidazione lipidica, hanno un effetto elasticizzante per l’endotelio, prevengono dalle infezioni urinarie e favoriscono il corretto funzionamento del microcircolo.
Degno di nota anche l’acido ellagico, presente ad alte concentrazione nei lamponi e che tra tutte le sostanze fitochimiche presenti nei frutti di bosco riesce ad interferire maggiormente con lo sviluppo dei tumori. E’ un polifenolo capace di impedire la formazione di vasi sanguigni da parte di cellule tumorali e di contrastare la trasformazione delle sostanze cancerogene in agenti tossici per le cellule, in modo che queste perdano la capacità di legarsi con il DNA e indurre mutazioni suscettibili di provocare la comparsa di neoplasie.
Le fragole invece abbondano di due molecole che agiscono sulle vie genetiche della longevità: la fisetina e le antocianine, con spiccate attività antiossidanti e antinfiammatorie che agiscono minando i meccanismi alla base dello sviluppo di malattie croniche quali diabete, cancro, obesità e patologie cardiovascolari.
Inoltre, modificano positivamente il profilo lipidico, ossia la quantità e qualità dei grassi ematici:un regolare consumo di fragole porterebbe ad una diminuzione del colesterolo “cattivo” LDL: è proprio l’ossidazione delle lipoproteine LDL ad accrescere il rischio di aterosclerosi, con l’accumulo di placche nelle arterie. Consumare regolarmente fragole è anche un modo per abbassare la quantità circolante dei composti responsabili dello stato infiammatorio.
Notevole anche la capacità della fisetina di proteggere i neuroni dai danni dell’ischemia e di attivare Sirt1, gene della longevità, intervenendo su quel ciclo perpetuo di eventi correlati all’età che avanza.
Le fragole hanno un elevato contenuto di vitamina C: il fabbisogno giornaliero va da 85 mg nelle donne a 105 negli uomini e una porzione di fragole (150 g) ne contiene ben 80 mg. La vitamina C stimola le difese immunitarie, facilità l’assorbimento del ferro, interviene nella sintesi di alcuni ormoni e neurotrasmettitori e dà un aiuto antiaging alla pelle favorendo la produzione di collagene.
Non proprio annoverabili tra i frutti di bosco, ma pur sempre appartenenti ai frutti rossi, vi sono le ciliegie, con elevati quantitativi di peonidina, pelargonidina e cianidina. Queste molecole apportano benefici a livello cardiocircolatorio e a livello genomico: riescono ad ingannare i geni della durata della vita, modificando le informazioni trascritte nel dna e rallentando la proliferazione delle cellule tumorali.
Buone notizie anche per chi è impegnato in diete dimagranti, perché soddisfano la voglia di dolce pur avendo pochi zuccheri e un 86% di acqua. Le fibre solubili si impregnano d’acqua nello stomaco, procurando un senso di sazietà, e la ricchezza di potassio promuove la diuresi.
In virtù di tali caratteristiche, questi frutti si sono guadagnati la fama di alimenti nutraceutici, ossia sostanze alimentari che, per le proprietà funzionali, benefiche e protettive per la salute, si possono considerare a metà tra l’ alimento e il farmaco.
Una mela al giorno toglie il medico di torno, ma anche una manciata di frutti di bosco non è da meno.
Dott.ssa Alessandra Stella