Occorre comunque sottolineare che, soprattutto nei casi in cui la gastrite sia dovuta a infezioni batteriche (come l’Helicobacter Pylori) oppure ad altre infezioni o patologie di base, è sempre consigliabile consultare il proprio medico di base che deciderà se occorre optare per una terapia farmacologica (per esempio a base di farmaci IPP oppure antiacidi) o una visita specialistica. In ogni caso, a prescindere dalla decisione del medico di somministrare o meno una terapia è fondamentale seguire alcune semplici regole alimentari per prevenire ed evitare il peggioramento dei sintomi.
Dunque, occorrerà limitare gli alimenti acidi, gli alimenti eccessivamente grassi o contenenti alte percentuali di grassi animali, e sarà importante anche selezionare le giuste fonti di carboidrati, limitando le farine (anche integrali), prediligendo fonti di carboidrati derivanti da cereali che hanno subito minimi processi tecnologici, e dunque ricchi naturalmente di fibra che accelera il transito gastrico e non contribuisce all’aumento dell’infiammazione delle pareti gastriche.
Le fonti di CARBOIDRATI DA PREFERIRE sono dunque le seguenti:
- riso integrale, riso rosso, riso venere o riso nero
- farro integrale
- quinoa
- orzo integrale
- legumi (ricchi di fibra solubile)
- patate
GLI ALIMENTI DA LIMITARE:
- Alimenti a base di farine, anche integrali: non bisogna escluderli del tutto, tuttavia è importante ridurne la frequenza a 1-2 volte a settimana, ponendo invece alla base della dieta i cereali integrali tal quali oppure i legumi.
- Verdure crude e filamentose di difficile digestione possono complicare il quadro infiammatorio, dunque nei momenti di acutizzazione è meglio evitarle.
- Alimenti più acidi, quelli a PH più basso sono di origine vegetale: mele, tutti gli agrumi, mirtilli, ananas, melograno, uva, kiwi, prugne, pesche, pepe, peperoncino, pomodoro fresco, cipolla, aglio, menta funghi, broccoli, cavolo nero, barbabietola, crauti.
- Il cioccolato, la frutta secca ed il caffè che pur non essendo tra gli alimenti più acidi può aumentare la secrezione acida come anche il tè e tutte le bevande stimolanti.
- Cibi che rallentano lo svuotamento gastrico, quelli che richiedono una digestione più lenta e in particolare gli alimenti con un alto contenuto in grassi, specie grassi saturi e grassi di origine animale, come: burro, strutto, salumi (fatta eccezione per bresaola e affettato magro di pollo o tacchino, da limitare comunque a non più di una volta a settimana), carni grasse, tutti i cibi fritti, tutti i dolci (i dolci per la colazione per esempio che contengono alte quantità di grassi saturi), i formaggi più grassi quali mozzarella, stracchino, robiola, scamorza e tutti i formaggi a pasta filata, preferendo i formaggi derivanti dal siero quali la ricotta di vacca o i fiocchi di latte. Lo yogurt magro (a bassissima percentuale di grassi), per quanto abbia un PH relativamente basso, contiene dei batteri vivi che possono aiutare a proteggere la mucosa gastrica e dunque può essere consumato quotidianamente da chi soffre di gastrite; il latte va invece limitato (frequenza di una o due volte a settimana) prediligendo quello scremato o parzialmente scremato.
Le fonti di grassi da utilizzare devono provenire quasi esclusivamente da olio extravergine d’oliva e dal pesce (salmone, tonno, sgombro, pesce spada).
In ultima analisi, anche l’idratazione è importante per tenere sotto controllo la gastrite: l’acqua più importante è quella lontana dai pasti, che ottimizza i processi digestivi e lubrifica le pareti intestinali. Occorre evitare le bevande contenenti anidride carbonica: quest’ ultima infatti potrebbe contribuire ad accentuare la sintomatologia del reflusso acido. Tutte le bevande contenenti anidride carbonica (anche l’acqua frizzante) andrebbero dunque evitate in caso di gastrite o reflusso gastro esofageo.